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La clemenza di Tito

di Wolfgang Amadeus Mozart
al
Teatro romano di Fiesole

Prima assoluta per l’Estate Fiesolana

Programma di sala

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La clemenza di Tito di Wolfgang Amadeus Mozart al Teatro romano di Fiesole.

Estate Fiesolana 2014. Programma di sala.

Copertina: Elaborazione grafica di Francesco Cipriani

© HOLLITZER Wissenschaftsverlag, Vienna 2014

HOLLITZER Wissenschaftsverlag

ISBN 978-3-99012-156-6 pbk

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SOMMARIO

INDIRIZZI DI SALUTO

Regione Toscana

Bundesland Salzburg

Accademia Europea di Scienze e Cultura

Comune di Fiesole

Scuola di Musica di Fiesole

Università Mozarteum di Salisburgo

STVDIVM FÆSVLANVM

UN PONTE FRA LA TOSCANA E L’AUSTRIA: IL SIGNIFICATO STORICO DELLA RAPPRESENTAZIONE DE LA CLEMENZA DI TITO A FIESOLE

LA CLEMENZA DI TITO DI WOLFGANG AMADEUS MOZART

Tra Salisburgo e Fiesole: Riflessioni sulla produzione de La clemenza di Tito

La clemenza di Tito al Teatro romano di Fiesole

Tito fra Metastasio e Mozart. Genesi dell’opera

Note biografiche

Sinossi

Libretto originale

GLI ENTI PROMOTORI

Il Teatro romano e l’Estate fiesolana

Scuola di Musica di Fiesole

L’Università Mozarteum di Salisburgo

STVDIVM FÆSVLANVM

PROGRAMMA DI SALA

Dramatis personæ e Cast

Leading Team

Solisti

Coro

Basso continuo

Orchestra

Elenco delle illustrazioni

INDIRIZZI DI SALUTO

REGIONE TOSCANA

Le cronache ci ricordano che Wolfgang Amadeus Mozart incontrò Pietro Leopoldo di Asburgo-Lorena a Firenze il 2 aprile 1770 e, appena quattordicenne (l’età di alcuni dei ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole), suonò per lui alla villa medicea del Poggio Imperiale. Alcune sonate al cembalo, accompagnato dal violinista livornese Pietro Nardini, furono sufficienti per incantare Pietro Leopoldo e, soprattutto, il marchese Pierre-Eugène-François de Ligniville, ministro delle poste, sovrintendente musicale del granducato e grande contrappuntista. Il padre del giovane, Leopold Mozart, scrive il 3 aprile 1770 alla moglie un resoconto del concerto e conclude: «Vorrei che tu potessi vedere Firenze, i suoi dintorni e la posizione di questa città, diresti che è qui che si deve vivere e morire». Ventun’anni dopo Wolfgang scrive e dedica La clemenza di Tito a Pietro Leopoldo, divenuto imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Leopoldo II. Ed è proprio quest’opera che oggi allievi di due grandi istituzioni musicali – dell’Università Mozarteum di Salisburgo e della Scuola di Musica di Fiesole – offrono nella splendida cornice del Teatro romano di Fiesole.

È troppo forte la suggestione di questo collegamento spazio-temporale per sfuggirci: questi giovani musicisti, fra austriaci, italiani ed internazionali rinnovano dopo quasi 250 anni un sodalizio fra due paesi, fra due culture grazie alla magia della musica mozartiana. La cultura, come la vita delle persone, è un continuo nel quale anche le opere di genio non emergono dal nulla né si disperdono nel vuoto; tutto viene trasformato, elaborato, riprodotto, sviluppato, che è poi precipuamente l’opera della cultura. E così oggi possiamo leggere questo evento – parte di un programma strutturato di collaborazione fra le due grandi istituzioni musicali – in cui i giovani musicisti suonano insieme La clemenza di Tito del compositore salisburghese quale continuazione dell’incontro fiorentino di due secoli e mezzo fa.

È importante avere consapevolezza dell’importanza di dare continuità, sostegno e diffusione alla formazione musicale, all’accesso di tutti alla musica, impresa a cui ha dedicato tutta la sua vita Piero Farulli, fondatore della Scuola di Musica di Fiesole nel 1974. La Toscana e l’Austria sono chiamate a rinnovare questo impegno verso i giovani e tutti i cittadini anche in occasione de La clemenza di Tito al Teatro romano di Fiesole.

ENRICO ROSSI

Presidente

BUNDESLAND SALZBURG

L’arte italiana era fin dal tardo rinascimento e primo barocco fonte d’ispirazione per gli arcivescovi salisburghesi. Anche il legame tra l’Austria e la Toscana risale a quell’epoca – almeno all’anno 1452, quando il grande umanista Enea Silvio Piccolomini, il futuro Papa Pio II, presentò a Federico III imperatore del Sacro Romano Impero la sua sposa Eleonora del Portogallo alla Porta Camollia di Siena. Molto più stretta divenne questa relazione a partire dalla metà del XVIII secolo con il governo dei Granduchi del casato Asburgo-Lorena, soprattutto sotto il Granduca Pietro Leopoldo, poi Imperatore col nome di Leopoldo II, che con le sue riforme illuministiche fece della Toscana un paese esemplare nella compagine europea.

Ma anche gli interessi culturali e in particolar modo musicali hanno inizio in quell’epoca, dato che sia Pietro Leopoldo che il figlio e suo successore, il Granduca Ferdinando III, effettuavano intensi scambi musicali tra Firenze e Vienna, così come poi anche con Salisburgo – non dimentichiamo che Ferdinando III, durante il suo esilio a causa dell’occupazione napoleonica della Toscana, fu il primo regnante non ecclesiastico di Salisburgo (lo Stato di Salisburgo, facente parte del Sacro Romano Impero per tutta la sua esistenza, era un Principato arcivescovile, governato fino al 1803 da Principi-Arcivescovi) – il nome «Toskana-Trakt» ovvero ‹Ala Toscana› nell’ex residenza arcivescovile salisburghese ricorda tale presenza.

Mi rallegro molto del fatto che questa tradizione fiorentino-salisburghese venga continuata artisticamente tuttora attraverso un progetto straordinario che poggia sulle seguenti componenti: l’Università Mozarteum di Salisburgo, un’istituzione di fama internazionale, la rinomata Scuola di Musica di Fiesole con la sua Orchestra Giovanile Italiana, e soprattutto i giovani musicisti e cantanti provenienti da ben 19 paesi – tutti questi tre organismi collaborano alla realizzazione dell’ultima opera di Mozart La clemenza di Tito in un ambiente storico quale il Teatro romano di Fiesole e contribuiscono ad un fruttuoso scambio culturale a livello europeo.

A tutti i partecipanti, chi davanti e chi dietro le quinte, auguro un buon esito e un gran successo e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante progetto.

WILFRIED HASLAUER

Landeshauptmann

ACCADEMIA EUROPEA DI SCIENZE E CULTURA

La sera della Prima de La clemenza di Tito, la moglie dell’imperatore Leopoldo II, Maria Ludovica di Spagna, cresciuta a Napoli, accolse quella musica come «una porcheria tedesca». Mozart scrisse quest’opera in occasione dell’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia. I committenti erano gli Stati Boemi che, attraverso questo lavoro, intendevano invitare l’imperatore ad un sistema di governo all’insegna dell’Illuminismo. Leopoldo II avrebbe dovuto guadagnarsi l’amore del popolo esercitando clemenza. Clemenza e tolleranza erano virtù fondamentali per l’Illuminismo e per Giuseppe II, fratello maggiore di Leopoldo e suo predecessore al trono del Sacro Romano Impero e quindi anche re di Boemia. In questo modo i committenti vollero coscientemente rammentare a Leopoldo II il carattere del precedente governo di Giuseppe II.

Il libretto dell’opera, in realtà, racconta poco dello storico imperatore romano. Il brevissimo regno di Tito fu però connotato realmente dalla virtù della clementia, soprattutto se pensiamo che prima di diventare imperatore Tito fu un vero e proprio uomo di spada. Come imperatore, invece, egli effettivamente si riconobbe nella clemenza che nell’opera mozartiana è rappresentata da un gesto di perdono. Ma il messaggio universale dell’opera è che tutti i governi devono obbedire al principio fondamentale della clemenza. La clemenza di Tito è dunque sempre attuale.

Noi ci congratuliamo con il Mozart-Opern-Institut del Mozarteum – che è un Istituto dell’Accademia Europea di Scienze e Arti – per aver proposto questo tema, e siamo ancora più lieti perché, grazie alla Scuola di Musica di Fiesole, quest’opera dopo Salisburgo viene rappresentata al Teatro romano di Fiesole.

Roma era l’avanguardia della nostra Europa, e Fiesole gode la fama di esser stata «maestra della stessa Roma». Quindi possiamo sperare che con La clemenza di Tito, nata nel Centro Europa, getti le basi per un nuovo ponte al di là delle Alpi.

Auguriamoci che il progetto portato avanti tra Salisburgo e Fiesole tocchi tutti nel profondo in modo che si possa diventare, nel vivere comune, coscienti del senso della clemenza, rispecchiando pienamente lo spirito dell’Accademia nostra: stabilire contatti e scambi europei transnazionali.

FELIX UNGER

Presidente

COMUNE DI FIESOLE

È con grande orgoglio che saluto la produzione mozartiana curata dalla Scuola di Musica di Fiesole de La clemenza di Tito, fiore all’occhiello della 67esima Estate Fiesolana, l’ultima che ho il piacere di annoverare sotto la mia amministrazione.

Frutto della collaborazione con una delle più prestigiose istituzioni formative europee, l’Università Mozarteum di Salisburgo, la realizzazione de La clemenza di Tito rappresenta per la Scuola un traguardo formativo molto importante. A questo si aggiunga che la scelta del Teatro romano di Fiesole come spazio per la prima dell’opera è tutt’altro che casuale. L’antico sito romano è infatti perfettamente in sintonia con il periodo storico nel quale si svolge l’opera mozartiana. Inoltre, il dedicatorio de La clemenza di Tito è l’imperatore Leopoldo II, imperatore del Sacro Romano Impero, che per venticinque anni fu granduca di Toscana.

Questi richiami storico-artistici fanno dell’allestimento fiesolano un evento importante per il nostro territorio e spero la cultura a Fiesole possa continuare la sua crescita sotto questo buon auspicio.

FABIO INCATASCIATO

Sindaco

SCUOLA DI MUSICA DI FIESOLE

La Scuola di Musica di Fiesole festeggia quest’anno il 40° compleanno. Sono state innumerevoli, in questo lungo periodo, le iniziative immaginate e felicemente realizzate a Fiesole, un luogo dove abbiamo imparato che quasi niente è impossibile, quando si uniscono competenza e passione al servizio della musica.

Siamo certi che il fondatore della Scuola, l’indimenticato Piero Farulli, viola del leggendario Quartetto Italiano, che per decenni ha percorso il mondo portando l’arte della più perfetta formazione cameristica nei cinque continenti, sarebbe fiero che questo compleanno vedesse la Scuola proiettata in una dimensione internazionale grazie alla collaborazione con l’Università Mozarteum di Salisburgo.

Il progetto ha avuto una prima importante tappa lo scorso anno, quando i fiati dell’Orchestra Giovanile Italiana (OGI) si sono uniti agli archi del Mozarteum per una tournée austro-italiana, sotto la direzione sia di Wolfgang Redik – responsabile degli archi salisburghesi – sia di Guido Corti, storico docente fiesolano impegnato in prima linea nella costruzione dell’accordo di collaborazione tra le due istituzioni.

Convinti della grande validità di questa iniziativa, che consente di allargare gli orizzonti delle nostre attività formative alle più importanti realtà artistiche e didattiche europee, siamo particolarmente orgogliosi che si possa rappresentare insieme La clemenza di Tito presso il Teatro Romano di Fiesole.

Molteplici fili si riannodano nella trama di questo progetto: innanzitutto il legame tra Mozart e l’Italia, il cui più alto frutto - la trilogia Mozart-Da Ponte – è stato rappresentato qui dalle compagini fiesolane alla fine degli anni ’80 sotto la direzione di Claudio Desderi; poi il fattore storico-politico, perché la Toscana della seconda metà del XVIII secolo è debitrice agli Asburgo-Lorena di un momento di governo illuminato e di splendore artistico. Infine, la scelta de La clemenza, che è l’opera celebrativa commissionata a Mozart per solennizzare l’incoronazione di Pietro Leopoldo a Praga: ecco che il soggetto metastasiano di storia romana riceve nuova linfa vitale nell’elaborazione del genio di Salisburgo.

Felicemente invischiati in questa ragnatela di corrispondenze storico-artistiche, siamo stati «catturati» dalla proposta di realizzare La clemenza di Tito in produzione associata con il Mozarteum: onorati di poter collaborare con un’istituzione tanto prestigiosa con la quale – grazie alla mediazione da parte del Centro Ricerche STVDIVM FÆSVLANVM di Vienna –si è potuto stabilire questo buon rapporto, ed entusiasti di poter offrire ai musicisti dell’Orchestra Giovanile Italiana una simile opportunità formativa, abbiamo preparato a Fiesole l’OGI e poi accompagnato l’orchestra a Salisburgo, dove si sono svolte le prove di scena con il cast vocale, il regista Eike Gramss ed il direttore d’orchestra Josef Wallnig e dove, il 10 marzo, si è realizzata la prima rappresentazione.

L’emiciclo del Teatro Romano, carico della sua storia millenaria, è parso da subito un luogo magico e splendido agli amici del Mozarteum, perciò eccoci qui, al lavoro per riportare indietro le lancette della storia, complici le colline di Fiesole e le notti stellate di luglio, con un edificante episodio di storia romana che torna a rappresentarsi nella più perfetta ed appropriata cornice, grazie alla immortale musica di Mozart e ai giovani artisti austriaci ed italiani.

ANDREA LUCCHESINI

Direttore artistico

UNIVERSITÀ MOZARTEUM DI SALISBURGO

La Scuola di Musica di Fiesole e l’Università Mozarteum di Salisburgo, due rilevanti istituzioni europee per la crescita culturale e per l’istruzione musicale, si sono incontrate per un grande progetto, ambizioso anche da un punto di vista organizzativo e finanziario.

Dopo la tournée delle riunite orchestre da camera iniziata a Salisburgo nell’estate 2013 e conclusasi a Fiesole passando per Firenze, Pisa, la Villa di Cintoia presso Greve in Chianti, e L’Aquila, nel marzo di quest’anno le due istituzioni si sono riunite per la prima salisburghese de La clemenza di Tito di Mozart, riproposta adesso nell’ambito dell’Estate Fiesolana nello storico Teatro romano. La rinomata Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole, così come i solisti e coristi dell’Università Mozarteum di Salisburgo saranno diretti nuovamente da Josef Wallnig, direttore del Mozart Opern Institut presso il Mozarteum. La regia è affidata a Eike Gramss, noto in Italia per l’allestimento del Ratto dal serraglio (2002/2010) e del Rosenkavalier (2012) al Maggio Musicale Fiorentino mentre il coro sarà diretto dalla palermitana Silvia Spinnato. La salisburghese Stephanie Forstner, studentessa di scenografia del Mozarteum si occuperà delle decorazioni e dei costumi, mentre l’apparato tecnico e il light design verrà curato dall’austriaco Andreas Greiml.

Questa cooperazione ha un aspetto significativo sia dal punto di vista politico che culturale data la forte matrice europea, che va al di là della semplice produzione artistica: Wolfgang Amadé Mozart, il cui padre si era trasferito dal sud della Germania a Salisburgo, ha composto la maggior parte delle sue 21 opere in lingua italiana. Il suo Tito, l’umano e politicamente intelligente esercizio del potere di un imperatore romano, si basa sul libretto originale del romano Pietro Metastasio, e fu arrangiato per Mozart da Caterino Mazzolà, il poeta di corte del principe elettore di Sassonia. Ora quest’ultima opera di Mozart viene eseguita in Toscana – nell’antica città etrusca di Fiesole, nel suo Teatro romano, il quale fu costruito seguendo il modello dell’architettura greca. Nell’orchestra, sulla scena e dietro le quinte lavorano giovani artisti – pieni di entusiasmo, di talento e assai motivati: si tratta di circa 80 persone, in parte molto giovani, provenienti da Italia, Australia, Bulgaria, Corea, Germania, Giappone, Islanda, Messico, Paraguay, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Scozia, Slovacchia, Stati Uniti, Svizzera, Tailandia, Ucraina e Austria. Tutto ciò fa sì che vi sia una buona ragione per la quale questo progetto stia sotto il patronato dell’ACCADEMIA EUROPEA DI SCIENZE E CULTURA.

A tutti coloro che collaborano alla produzione del Tito va il mio grande riconoscimento.

Per il generoso supporto, anche economico, e per l’attenzione generale concessi al progetto da Andrea Lucchesini, Direttore Artistico della Scuola Musicale di Fiesole, e da Lorenzo Cinatti, Sovrintendente della stessa, voglio porgere un caloroso ringraziamento. Oltremodo giovevole a questo coraggioso progetto sono stati l’impegno ed il lavoro organizzativo di Stefan David Hummel, per il Mozarteum, e di Guido Corti, Giovanna Berti, e Holley Grey e tutta la Scuola di Musica di Fiesole. Non in ultimo ci sentiamo sinceramente obbligati verso un austriaco residente nella diocesi fiesolana – l’ideatore e promotore della collaborazione tra Fiesole e Salisburgo: il Barone Giovanni Weidinger.

REINHART VON GUTZEIT

Rettore

STVDIVM FÆSVLANVM

Wolfgang Amadé Mozart compose la sua ultima opera su un testo che non aveva scelto: La clemenza di Tito. Era un dramma per musica scritto nel 1734, per l’onomastico del Sacro Romano Imperatore Carlo VI, dal romano Pietro Trapassi detto Metastasio, con musica del veneziano Antonio Caldara, che ebbe la sua prima il 4 La clemenza di Tito